L’associazione americana pubblica un documento, che sposa le raccomandazioni
dell’OMS sull’allattamento al seno come unica fonte di sostentamento dei bambini
fino ai 6 mesi di vita, da proseguire, con le dovute integrazioni alimentari,
anche fino ai 2 anni.
Le basi sulle quali si fonda questo atteggiamento
decisamene favorevole all’allattamento al seno sono i numerosi studi clinici che
hanno messo in evidenza le caratteristiche nutrizionali del latte materno e i
benefici che questo tipo di allattamento porta sia alla madre sia al bambino.
“Il latte materno riesce a soddisfare tutti i fabbisogni nutrizionali di un
bambino appena nato” affermano gli esperti della American Dietetic Association,
che hanno da poco ufficializzato la loro posizione sull’allattamento “e contiene
tutti i nutrienti in proporzioni bilanciate e in forme facilmente digeribili e
biodisponibili”.
In effetti, in base ai dati oggi disponibili, i benefici
dell’allattamento al seno dal punto di vista della salute del bambino sono
molteplici, e variano a seconda della durata e del tipo di allattamento
(esclusivo, predominante o parziale). Il latte materno riduce il rischio di
otite media acuta, gastroenteriti, asma e infezioni respiratorie gravi, protegge
contro allergie e intolleranze, favorisce il corretto sviluppo dei denti, riduce
il rischio di SIDS (sindrome da morte improvvisa del lattante) e di molte altre
patologie o condizioni pericolose per la salute come obesità, diabete di tipo 1
e 2, leucemia infantile, ipercolesterolemia, ipertensione, eccetera.
Dall’allattamento al seno può trarre vantaggio anche la madre che, per
esempio, riduce il proprio rischio di osteoporosi e di tumore del seno e
dell’ovaio.
I vantaggi sono dunque molti, soprattutto se paragonati alle
limitate controindicazioni. L’allattamento al seno infatti è sconsigliato solo
in poche situazioni, come nel caso di galattosemia del bambino, oppure nei casi
in cui la madre è sieropositiva e in trattamento con farmaci antiretrovirali, fa
uso di droghe, è in terapia antitumorale o soffre di tubercolosi attiva e non
curata.
In Italia l’allattamento al seno risulta abbastanza diffuso: secondo
gli ultimi dati Istat disponibili (che si riferiscono al periodo 2004-2005)
infatti l’81% delle mamme italiane allatta al seno il proprio figlio, con una
durata media del periodo di allattamento che supera di poco i 7 mesi.
Per
facilitare il buon funzionamento della rete nazionale di promozione e sostegno
dell’allattamento materno in Italia è stato istituito nel 2008 il “Comitato
Nazionale Multisettoriale per l’Allattamento Materno”, del quale fanno parte
anche rappresentanti di società di pediatria, neonatologia e ginecologia,
dell’Istituto Superiore di Sanità, del comitato italiano per l’UNICEF e del
Centro collaborativo dell’OMS per la salute materno
infantile.
Fonte:
Position of the American
Dietetic Association: promoting and supporting breastfeeding. James DC, Lessen
R. J Am Diet Assoc. 2009 Nov;109(11):1926-42.